Sottovalutare la comunicazione è un errore comune nel No Profit. Nelle associazioni, in molte fondazioni e nelle aziende non-profit piccole o medio piccole molto spesso non esiste. Perchè?
Perché fare comunicazione costa: ci vuole competenza, tempo e continuità.
Spesso la comunicazione raffazzonata è affidata ai volontari, che la gestiscono come meglio possono, non da professionisti.
Per comunicare bisogna
- avere un’idea chiara di chi si è
- identificare un messaggio univoco su cui lavorare e da diffondere.
- Avere una sola voce che parla all’esterno e invece, spesso, le anime delle associazioni sono diverse, le voci sono tante, si sovrappongono e si scontrano, creando caos e una comunicazione non efficace.
Alcuni dati
Quanto vale il lavoro del Terzo Settore? Circa 67 miliardi di euro, superiore, udite udite, a quello dell’intero settore della moda Made in Italy e offre lavoro a oltre 650 mila persone, secondo un’indagine realizzata dall’UniCredit Foundation. Eppure troppo spesso ancora associazioni, cooperative, piccoli enti no profit sottovalutano l’importanza del modo di presentarsi, proporre il proprio lavoro, comunicarsi.
Lavorare facendo del bene
Come se lavorare facendo del bene, con progetti e mission che hanno tanta sostanza, potesse far perdonare una forma approssimativa. Così non è.
Per due motivi:
- Primo. Perché viviamo in un mondo in cui tutto scorre veloce, le informazioni, le notizie, le immagini. E ciò che è sciatto, brutto, poco curato, non passa, non trova attenzione, non viene preso in considerazione.
- Secondo. Perché anche l’aspetto, la cura di ciò che si fa e si propone è sostanza.
Qualche anno fa un’amica psicologa che si occupava, e tutt’ora si occupa, di pazienti psichiatrici mi disse: “Le strutture in cui vengono curati e accolti i malati mentali sono spesso tristi, brutte, porterebbero alla depressione anche chi è sano. Vivere, lavorare, essere seguiti in un luogo bello è fondamentale. Per ciascuno di noi, e a maggior ragione per chi fatica a vivere e a percepire la bellezza del vivere”.
Quella frase mi torna spesso alla mente, quando mi avvicino ad associazioni che trascurano il modo in cui si presentano, in cui comunicano e raccontano ciò che fanno. Così come vedo invece associazioni da cui ci sarebbe tanto da imparare. E non è sempre e solo questione di budget.
Il Global NGO Tech Report (2019)
Cosa ci raccontano questi dati?
Che il 95% delle Onp utilizza Fb, il 58% Instagram e il 68% Twitter
Ma solo il 44% ha una social media, solo il 46% utilizza un calendario editoriale e per finire solo il 27% legge e interpreta i dati di ritorno delle campagne social.
E invece il web, la rete, sono un’immensa possibilità per le associazioni: per raggiungere il proprio pubblico, gli stakeholders, i volontari, enti con cui collaborare, istituzioni e soprattutto per dare valore al proprio lavoro.
Partiamo dall’inizio: l’ABC della comunicazione No Profit
Costruire una comunicazione efficace è come tracciare un sentiero, una strada da seguire per arrivare a una meta.
Se si sbaglia strada, si corregge il percorso; se non si sa dove andare, ci si perde, disperdendo tempo, energie e soprattutto senza raggiungere l’obiettivo.
Il sito: bello e funzionale
Non avere un sito è impossibile: non avere un sito responsive è quasi come non averlo. Ci vuole un sito integrato con i social, con un pulsante Dona Ora, una newsletter e un blog. Un sito bello e funzionale.
La grafica e l’immagine
Il sito è la vetrina di ogni associazione, la casa in cui devono trovare spazio progetti e persone, azioni e storie.
Se la casa è buia, caotica, difficilmente accessibile, le persone che la raggiungeranno la lasceranno velocemente.
Ecco perché il sito non può essere realizzato da un cugino che mastica un po’ di web, con immagini fatte dai volontari. La prima impressione è quella che lascia il segno. Curare i particolare e offrire un’immagine seria a professionale fa guadagnare in credibilità e affidabilità.
I social: la strategia
Fondamentali per raccontarsi giorno dopo giorno, progetto dopo progetto, seguendo una strategia. Ecco la parola chiave: strategia. Ecco gli errori più comuni:
- Li gestisce un volontario. Anche qui, attenzione, il social media manager è un mestiere e conoscere le dinamiche social non può essere lasciato alla buona volontà.
- Non c’è una strategia. Sono tante le cose che si possono raccontare online, costruendo un racconto che utilizza il linguaggio adatto a ciascun social. Storie di persone, campagne, dati e infografiche, news e aggiornamenti, link ad articoli interessanti. Tutto va pianificato e strutturato per raccontare e creare engagment.
- Non si analizzano i dati raccolti: i dati raccontano tanto dell’efficacia della comunicazione e aiutano ad aggiustare il tiro.
- Non c’è una banca immagini e video professionali da utilizzare in ogni momento: sui social, per creare una nuova campagna, per raccontare ciò che viene fatto.
Il blog e la newsletter
Il blog è il canale preferenziale, lo spazio con cui l’associazione può parlare di ciò che vuole, che reputa importante, che più le stata cuore.
Anche in questo caso la scrittura del blog va curata, non può essere lasciata al caso, in mano a un volontario che di tanto in tanto scrive un post. Va studiata, pensata e calibrata a seconda degli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Stesso discorso per la newsletter. Spesso le associazioni piccole o medio piccole hanno elenchi immensi di contatti, non segmentati. Donatori, volontari, stakeholders, enti pubblici e privati, tutti nello stesso calderone a cui viene inviato lo stesso messaggio. Non funziona così. I messaggi vanno studiati a seconda degli obiettivi e dei mittenti che si vogliono raggiungere e, anche in questo caso, i risultati vanno poi misurati.
Qualche piccola idea, a costo zero, da cui partire
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L’ immagine, che racconta e racchiude la vostra identità: chi siete e cosa fate
Fate un giro online e osservate con attenzione competitor o enti che hanno un sito, un blog, pagine facebook aggiornate e attive e prendete spunto da loro.
Come si raccontano, come si presentano, cosa svelano del proprio progetto, del lavoro con i volontari, delle storie che accompagnano ogni volta il servizio. Sbirciate, curiosate, approfondite e fatevi ispirare. Guardate Fondazione Progetto Itaca, Casa Ugi , Cisv; per citarne tre. Tre realtà differenti, tre ambiti diversi, tre modi di raccontarsi efficaci e incisivi.
Selezionate le foto, che siano coerenti, belle, comunicative. Selezionate le parole e da queste costruite le frasi che descrivono la vostra associazione. Dalle parole costruite le frasi. Brevi, incisive. Un passo alla volta. È vero, è più facile raccontarsi con una pagina di descrizione, piuttosto che in cinque parole. Ma una pagina intera difficilmente verrà letta, una frase incisiva catturerà l’attenzione.
2. Una volta creata l’identità pensate alla pianificazione
Della comunicazione, delle relazioni interne all’associazione, ma anche di quelle esterne.
Quelle costruite sulla rete: chi vi scrive, vi sostiene con piccole donazioni, con un incoraggiamento sui social, con la condivisione di un annuncio o una richiesta. Chi dedica tempo come volontario.
Predisponete un testo mail:
- per ringraziare chi ha donato o chi vi ha aiutato
- per comunicare il raggiungimento di un obiettivo
- per condividere un avvenimento importante per la vostra associazione.
Tutto questo vi aiuterà a creare relazioni reali con donatori virtuali e aiuterà chi aiuta a sentirsi parte di un progetto.
La vostra comunicazione è sociale, non deve conquistare quote di mercato ma convincere le persone a cambiare atteggiamento, a scoprire e fare propria la vostra causa, aiutarvi a crescere e farvi conoscere.
Come ottenere tutto questo? Con il vostro linguaggio. E il linguaggio significa scelta delle parole, delle immagini, ma anche scelta del tono, del ritmo, del passo. Significa costruzione di storie e racconti da condividere, perché quando si fa comunicazione sociale le storie sono fondamentali.
Provate a scriverne un paio, condividetele sul vostro sito, sui social e osservate le reazioni.
Se avete bisogno di supporto o consulenza il mio Servizio di Copywrtiting per blog, testi di siti o gestione newsletter può fare al caso vostro