Da qualche mese mi arrivano frequenti richieste di consulenza per campagne di crowdfunding.
Consigli, informazioni, supervisioni, magie e miracoli.
Idee folli e magnifiche, concrete e irrealizzabili, corredate di business plan studiatissimi o da fogli di block notes disegnati, schizzati, accartocciati e poi fotografati. Idee in libertà.
Ed è bello così. Uno spaccato delle idee e dei desideri delle persone, che vedono nel crowdfunding non solo uno strumento per raggiungere un obiettivo, ma anche un volano per portare il proprio progetto lontano, per farlo conoscere a quante più persone possibile.
È bello studiarli uno a uno, entrarci dentro, capire cosa sta dietro a ogni idea e soprattutto scoprire quanta creatività, immaginazione ma anche quanta professionalità, determinazione e competenza ci sia in giro.
Ecco due bellissimi casi… uno vincente e l’altro ancora in cammino, a cui ho lavorato e sto lavorando.
Cristiana Angotzi: pubblicare su Bookabook
Con Cristiana ci siamo conosciute e incontrate solo online, circa un anno fa. Mi ha chiesto supporto per pubblicare il suo libro: L’Ordine sulla piattaforma di crowdfunding per l’editoria Bookabook.
Chiedere sostegno per la pubblicazione del proprio libro non è per nulla facile. A mio avviso pubblicare un libro con il crowdfunding è una sfida doppia e doppio deve essere l’impegno di chi lancia una campagna.
Il libro non c’è, non ci sono recensioni, spesso gli scrittori sono, come nel caso di Cristiana, alla prima pubblicazione.
Allora mi è tornato alla mente il racconto di Barbara di Clemente che proprio su quella piattaforma aveva pubblicato un libro, mettendo in campo la sua grandissima abilità ed empatia. Barbara non era, allora come ora, sui social e ha giocato di persona tutta la sua raccolta.
E così anche con Cristiana abbiamo studiato un piano di coinvolgimento attivo, capace di agganciare le persone dal vivo e non solo sui social. E così, consiglio dopo consiglio, con immensa fatica, perché questo è il crowdfunding, una scalata in cui ogni passo si suda e si conquista, anche Cristiana è riuscita a raggiungere l’obiettivo.
Come?
- Ha coinvolto le mamme dei compagni di classe dei suoi bambini durante le feste di fine anno, chiedendo di aiutarla e sostenerla. In cambio ha offerto vasetti di spezie e marmellata.
- Ha organizzato piccole presentazioni casalinghe, per parlare del libro e di come e perché è nato (Cristiana nella vita è ingegnere, non una scrittrice)
- Ha mandato messaggi su messaggi, invitando amici e conoscenti a donare. E non l’ha fatto in modo asettico, ma raccontando qualche cosa di sè, della malattia che l’ha avvicinata alla scrittura, della scommessa con se stessa.
E quando ha raggiunto il suo obiettivo mi ha scritto: “Ho rotto le scatole a tanti. Ma ne è valsa la pena”.
Un gelato per Miretti
La gelateria Miretti di Torino, la mia città, a fine maggio ha preso fuoco.
In fretta e furia abbiamo, assieme al titolare Leonardo La Porta, approntato su Produzioni dal Basso una campagna che sta andando molto molto bene. Un gelato per Miretti.
I punti di forza
- La campagna è semplice, facile, nel contenuto e nelle ricompense.
- Miretti possiede il crowd, la folla di persone che amano da sempre il suo gelato, è partito dunque avvantaggiato.
- Le ricompense in gelato sono vincenti: è estate, fa caldo, un gelato chiunque lo acquista, se per una buona causa meglio ancora.
- Un po’ di attività di ufficio stampa ha supportato il progetto. I giornali cittadini avevano parlato dell’incendio e hanno volentieri raccontato della campagna.
- Produzioni dal Basso offre un grande supporto: indicazioni, aiuto, suggerimenti, ufficio stampa
I punti deboli
- Il video, e qui devo fare un mea culpa, è molto triste. L’ho realizzato io (e si vede che non sono del mestiere) in un pomeriggio di fulmini, tuoni e saette. Un vero disastro. Cercherò di rifarlo!
- La gelateria non ha una comunicazione forte.
- Leonardo è una persona schiva, il gelato è il suo mondo, fatica a mettersi in gioco oltre il suo locale.
Eppure, nonostante le difficoltà nella comunicazione, la campagna procede a passi spediti.
Cinque regole vincenti
- La semplicità: più è facile il messaggio e meglio arriva
- L’empatia: a chi dona bisogna donare qualche cosa di sè
- Le ricompense: utilissime, devono piacere e coinvolgere, come un cono gelato
- Mettiamoci la faccia: quando possibile
- Non demordere: quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare!
Se avete bisogno di una consulenza o un consiglio per l’avvio di una campagna qui le mie tre proposte
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