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“Dalla danza passa l’equilibrio, la forza, l’energia per affrontare la vita”.
Giorgia Martina, danzatrice per passione e insegnate per scelta della danza ha una visione ampia e a tutto tondo, che racchiude valori importanti che cerca di trasmettere, giorno dopo giorno, alle sue piccole e grandi allieve.
Giorgia, a che età hai iniziato a studiare danza?
A nove anni, dopo alcuni anni di ginnastica ritmica ho iniziato a ballare. Sono passata velocemente nelle classsi più avanzate e ho iniziato a partecipare a concorsi e stages. A 14 anni sono stata a Cannes per uno stage estivo nella Scuola Internazionale di Danza Rosella Hightower. La direttrice mi notò ma i miei genitori hanno preferito che terminassi il liceo a Torino. Poi a 19 anni sono stata ammessa all’ Accademia di Cannes, dove per due anni ho studiato per ottenere il diploma di insegnate di danza e nel contempo ballavo in compagnia. Sono stati anni densi, ricchi di esperienze bellissime e grandi emozioni, oltre che grandi sacrifici, che non mi pesavano perché la passione è sempre stata più forte. Tornata a Torino ho seguito un corso di perfezionamento al Teatro Nuovo, ho ballato tre anni con il Balletto di Torino e ho iniziato a insegnare. Classico, moderno: ho fatto tanta gavetta specializzandomi nella pedagogia sui bambini. Ho seguito stage e corsi di aggiornamento e guardando indietro capisco che sono diventata ciò che sono anche grazie alla danza. E’ stata una scuola di vita.
Cosa ti ha dato la danza?
L’equilibrio per far quadrare tutto. Prima era lo studio all’Accademia e il ballare in una compagnia. Ora è la gestione della famiglia e della scuola di danza. Ho fatto scelte che mi hanno poi allontanato da una carriera da ballerina sempre sul palco. Ma forse per carattere quello non era il mio ruolo. Eppure quando entro in una stanza con la sbarra o quando salgo su un palco mi sento a casa. L’odore e il rumore del palchetto mi fanno stare bene. E così ho scelto di insegnare la danza. Di portare la mia passione ad altre persone. Per questo è nata la Pirouette.
La Pirouette è la tua seconda casa: un luogo di disciplina e passione, insegnamento e amore.
Sì, è proprio così. Cerco ogni giorno, in ogni corso, non solo di fare lezione, ma di insegnare la danza. Che è una parola che raccoglie al proprio interno tanti valori. Il valore del sacrificio e della disciplina, del superamento dei propri limiti, dell’amicizia, della condivisione, dell’arte di danzare che ha qualcosa di diverso dallo sport. E anche un po’ del sogno. Perché tutte le bambine vorrebbero essere le ballerine che vedono sul palco con il tutù e le punte.
Cerco di trasmettere quei valori che per me sono stati importantissimi. La mia non è un’Accademia, non è rivolta solo alle eccellenze. Alle ballerine con il piede perfetto e il fuoco negli occhi. La mia è una scuola, accoglie tutti e tutte. Ma nell’accoglierli cerca di far capire loro che la grandezza della danza sta nel mettersi in gioco ogni giorno, nel superarsi anche se è faticoso, nel sorridere assieme dei progressi fatti, nel rinunciare a qualche cosa per un obiettivo più importante. Certo si arriva a tutto questo un passo alla volta, l’importante è cominciare.
Un grande lavoro dunque, che richiede energie e preparazione. Ti capita mai di metterti in discussione?
Certamente. Dietro a ogni mio corso c’è un metodo pedagogico, che è quello che la danza ci insegna e impone, io poi cerco di cucirlo e adattarlo sulla classe che ho. Sulle bambine e ragazze a cui insegno, sulle loro capacità fisiche ma anche psicologiche. Lavoro con persone in crescita e questo non lo dimentico mai.
Quando insegno so che devo essere al 100%, dedicata a loro, rivolta a loro. E questo è faticoso, ma importantissimo. La qualità è fondamentale. Faccio poi degli esami interni supervisionati da un membro esterno, penso sia importante e salutare il confronto con altre persone. La carta vincente è la ricerca continua nel migliorarmi, per questo voglio che il mio lavoro sia valutato e osservato da fuori. Così come mi piace che le lezioni possano essere viste dai genitori, se lo desiderano. Amo che il mio lavoro sia alla luce del sole.
Che cosa vorresti che fosse la Pirouette per le bambine e ragazze che la frequentano?
Mi piacerebbe che chi passa da qui ricordasse La Pirouette come un luogo di crescita. Come una scuola in cui ha imparato la danza e tutto ciò che porta con sé. Che per raggiungere un sogno, a partire da un balletto su un palco, ci vuole la giusta dose di grinta, umiltà e passione.
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