L’home staging è uno strumento di comunicazione che può essere utilizzato per aumentare l’appetibilità di una casa da vendere o affittare, è un’attività immobiliare, non appartiene al settore del design o dell’architettura.
Di questo e molto altro ho chiacchierato con Sanja Radovanovic, interior designer e fondatrice di The Art of Staging.
Sanja ha avviato la sua attività di home staging nel 2013 a Chicago, dove si è formata e dal 2016 lavora in Italia, a Roma.
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Sanja, cosa è l’home staging e chi è l’home stager?
È uno strumento capace di trasformare e migliorare una casa da vendere o affittare. È la strategia più efficace e redditizia in possesso del marketing immobiliare da attuare per mettere le case sul mercato. Detto in parole semplici, è la preparazione professionale degli immobili per presentarli e commercializzarli al meglio. L’home staging facilita l’intero processo di vendita o locazione. Permette di vendere o affittare in minor tempo, al miglior prezzo e senza estenuanti trattative.
L’home stager è un professionista capace di coniugare la conoscenza del mercato immobiliare con competenze tecniche e doti creative, attraverso le attività necessarie per la preparazione professionale degli immobili. Ascolta le esigenze del cliente e offre la migliore soluzione per ogni intervento, rispettando tempistiche e budget stabilito.
Quando è nata questa professione?
La professione dell’home stager è stata inventata e creata nel 1972 da Barb Schwarz, agente immobiliare. Barb comprende che “mettere in scena una casa”, prima di proporla sul mercato, velocizza la vendita e aumenta il valore. Facilitata in questo dal suo legame con la musica e il teatro, Barb allestisce vere e proprie scenografie in cui le persone si sentono protagoniste. In breve tempo grazie a questa felice intuizione e a un piano di marketing che si inserisce nell’iter della vendita o dell’affitto, riusce a concludere più di 5000 compravendite solo nell’area di Seattle. Poi dal 1985 al 1989 viaggia in tutti e 50 gli Stati americani per formare e raccontare la sua tecnica di vendita.
Qual è la differenza in questo mestiere fra l’Italia e gli Stati Uniti?
Le differenze sono tante. Il modus operandi è lo stesso, ma le case italiane sono più curate e più pulite, hanno tanta vita e tanta storia. E questo va sempre ricordato quando ci si accosta a una casa italiana in cui lavorare.
L’altra grossa differenza è la diversa percezione che si ha di questo lavoro: negli Stati Uniti, grazie al lavoro di Barb, c’è la comprensione del lavoro dell’home stager, qui questo mestiere non ha ancora trovato una reale collocazione.
Basti pensare che negli Stati Uniti le donne che lavorano come home stager arrivano spesso dal mondo delle corporate, sono donne d’affari che hanno scelto di cambiare lavoro. In Italia difficilmente una donna che lavora in una grande azienda deciderebbe di lasciare il lavoro per dedicarsi all’home staging.
Quali sono i passi da compiere quando si entra in una casa da “preparare”?
Innanzitutto comprendere che ogni abitazione è unica. Ogni intervento deve essere cucito su misura sulle necessità del cliente: dal preventivo all’allestimento.
So bene che quando si entra in uno spazio mille idee saltano alla testa, si vorrebbe fare tutto e anche di più. Ma non è questo il ruolo dell’home stager. La prima cosa da fare è comprendere le esigenze, qual è il budget e qual è il tempo che si ha a disposizione.
L’attenzione alle esigenze
In questo mestiere ci vuole molta psicologia. Preparare un appartamento arredato, che contiene oggetti, vita e storie di chi mette in vendita una casa, non è come preparare una casa vuota.
In una casa abitata o che è stata abitata bisogna entrare in punta di piedi. Comprendere le ragioni che stanno dietro la vendita. Chi vende lo fa per cambiare casa o città? Per allargarsi p perché cerca una casa con terrazzo o giardino? Oppure chi vende lascia la casa dei genitori ormai morti? Quando entro in una casa chiedo sempre quali sono le cose che non si possono eliminare, costruisco un rapporto di fiducia.
Nell’immaginario immobiliare l’home staging appartiene solo alle case con valori importanti, ville o appartamenti costosi. È così?
Purtroppo la percezione è quella. In realtà penso che ogni casa meriti di essere presentata al meglio. L’home staging non è un costo ma un investimento. Ricordiamolo sempre. Giocherà invece un ruolo importante la tipologia dell’immobile, il valore, il pregio, l’ubicazione e la metratura, per determinare il tipo d’intervento, la tempistica d’esecuzione e l’investimento in home staging.
Chi sono i professionisti che solitamente coinvolgi e con cui lavori?
Ho un team che lavora con me: chi segue la logistica, una fotografa, ho dei fornitori di cui mi fido e che propongo ai miei clienti. Lo scorso anno ho fondato la prima startup italiana di affitto del mobilio, Hands Home perché penso che ogni casa meriti il meglio, al di là del budget. Anche per questo negli allestimenti non utilizzo mai mobili in cartone.
Qualche consiglio per chi non dispone del budget per preparare una casa con il supporto di un professionista.
Come dicevo prima, talvolta basta un budget molto basso. Un professionista potrà anche solo offrire consigli che si potranno poi applicare in autonomia.
Comunque, se proprio non c’è possibilità di investire, ecco tre regole base: ridurre ripulire e ordinare.
Togliamo foto e cartoline, i cosiddetti disordini visivi, che non aggiungono nulla e lasciamo che siano gli spazi e l’ordine a parlare.
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