In principio erano le PR, acronimo di Public Relation: l’ insieme di attività che un’azienda, un brand o un professionista doveva applicare per farsi conoscere e riconoscere, per accrescere credibilità e reputazione.
Un tempo le Pr avevano come riferimento la stampa, le radio, le televisioni e un vario numero di eventi e conferenze. Ora, con la continua evoluzione del mondo social e digital i contorni si sono sfumati e le pubbliche relazioni si sono trasferite anche online.
Cosa trovi nell'articolo
Giornalisti, blogger e influencer
Un tempo c’erano i giornalisti, detentori e portatori di notizie. Possedevano il monopolio dell’informazione. Ora ci sono blogger, giornalisti che sono ottimi blogger, ci sono informatori autorevoli che scrivono solo online, ci sono influencer, ci sono testate cartacee e online, ci sono blog letti e seguiti.
Non tutto è informazione, oggi però moltissimi comunicano.
Anche i giornalisti hanno trovato in Rete un terreno fertile, la loro presenza sui social media è cresciuta parecchio, soprattutto su Twitter, e il ricorso a queste piattaforme per promuovere conversazioni online e per trovare fonti e ispirazioni.
- I blogger sono persone che, attraverso il proprio blog, personale o non, condividono testi, articoli, contenuti unici e di qualità. Pensiamo alle food blogger o alle fashion blogger che sul proprio blog hanno costruito una carriera, dalla super nota Chiara Ferragni a Gilda Ambrosio, da Jule’s Kitchen – Giulia Scarpaleggia a Csaba della Zorza, per parlare dell’ambito food. Persone che con il tempo sono diventate influencer e vere celebrità.
- Gli influencer sono invece persone che sono state capaci, nel tempo, di costruire una corposa base di follower tramite i social network, riuscendo così a influenzare un comportamento, un’idea o, addirittura, le scelte di acquisto. I social media danno voce a chiunque abbia qualcosa da raccontare e gli influencer non sono altro che persone ordinarie che si sono create una propria base di fan semplicemente mostrando ciò che sanno fare, condividendo le proprie opinioni, raccontando una storia.
- I micro influencer: utenti dei social media, in particolare Instagram, con un numero di followers che rientra tra i 1.000 e i 100.000 utenti. Ciò che li distingue dagli influencer classici, oltre al numero di seguaci, è la fiducia che ispirano all’interno della propria community.
Qualche nome? Laura Campanelli con il suo Posate Spaiate; Simone Mondino; Federico Ravassard, Maria Chiara Montera.
Pr e Digital Pr
Con il digitale tutto è più facile e veloce. All’apparenza sì. Le potenzialità del digitale sono ampie. Quindi le digital pr hanno soppiantato le Pr “tradizionali”?
No. Non esistono Pr tradizionali e Pr digitali, esistono le Pr e basta. Servono entrambe, si mescolano e lavorano nella stessa direzione, ciascuna utilizzando i propri strumenti.
E lo fanno sui media tradizionali, come scrivevo poco sopra, oppure online.
Tanti gli strumenti che si possono utilizzare.
- Comunicati stampa e press kit
- Eventi e Conferenze Stampa
- Storytelling e narrazione
- Presentazioni e press tour
A ogni cliente la propria strategia. A ogni cliente il proprio canale.
Partiamo dall’inizio.
La Strategia
Qualunque azione di Pr si voglia mettere in campo, il primo passo da compiere è quello di studiare la strategia più adatta.
Conoscere e comprendere il proprio pubblico
- Conoscere la buyer personas (cioè il clienti tipo) di aziende, associazioni, professionisti. Capire cosa fa, che età ha, dove si informa, se sulla carta stampata oppure sui social, che passioni e abitudini ha, quali influencer segue.
- Capire se ci si rivolge a un pubblico internazionale, nazionale o regionale?
- Identificare i canali i più adatti per comunicare. Se la carta stampata, i social, il blog, la newsletter.
- Scegliere il linguaggio idoneo al messaggio che si vuole lanciare e al canale da utilizzare.
Tutte sfumature che possono fare la differenza
Facciamo un esempio
Dryarn – Una fibra per lo sport
“Dryarn è una fibra altamente performante. È un filato innovativo che offre a chi lo indossa comfort, tecnologia e praticità. Leggero, isolante, traspirante, Dryarn® è il miglior alleato delle performance sportive di un atleta”.
A chi si rivolge? Agli sportivi, dilettanti e professionisti, sicuramente a persone che hanno una forte passione per lo sport. Giovani e meno giovani. Appassionati di sci e bici, alpinismo e running, snowboard e mountanbike.
Come comunica? Mette in evidenza i valori dello sport, racconta storie che parlano di benessere, natura, vita sana, sport, territorio.
Ecco il loro ultimo video:
Costruire un database
Dopo aver costruito la strategia, bisogna identificare testate, giornalisti, blogger e influencer da contattare. Costruirsi cioè un database. Può essere anche solo un foglio di Excell, dove si registrano e catalogano tutte le informazioni sul singolo giornalista/testata/sito/community/blog/account con cui si è innescata una relazione o che si è contattato.
Modalità di contatto
Per coinvolgere giornalisti, blogger o influencer i modi possono essere differenti:
- Richiedere un post sponsorizzato: si chiede a un blogger di scrivere un post per pubblicizzare un prodotto, un brand, un evento
- Inviare gratuitamente prodotti perché vegano testati e poi recensiti.
- Organizzare un blogger – press day: i giornalisti, i blogger e gli opinion leader vengono invitati a una giornata in cui, diverse aziende, mostreranno le ultime novità e gli ultimi prodotti realizzati.
- Blog press tour: una giornata in cui l’azienda apre le proprie porte e giornalisti e blogger possono toccare con mano le ultime novità, per poi descriverle. Incontri sul territorio, visite guidate, degustazioni, interviste, esperienze a tutto tondo che aiutano giornalisti e blogger ad avere un’esperienza diretta di un luogo, un prodotto, un evento. I press tour possono essere organizzati per promuovere una destinazione turistica o 2. in occasione di una mostra o un evento culturale
- per visitare un’azienda o una novità di prodotto
Cosa raccontare
Definita la strategia e il canale da perseguire, arriva la fase della content strategy vera e propria. Cioè la realizzazione dei contenuti da proporre e utilizzare in rete per raccontare la storia dell’azienda, del brand o del professionista.
Tutto può essere narrato. Aziende, associazioni, professionisti: tutti hanno materiale che può diventare narrazione. La differenza fra un contenuto di valore e uno che passa inosservato la fa l’umanità.
La content strategy serve per raccontare storie, per avviare conversazioni, per creare un terreno fertile per la vendita. Non per vendere, ma per farsi conoscere, come scrivo in questo post: La comunicazione prosegue, anche al tempo del Coronavirus.
Torniamo a Dryarn e osserviamo come ha costruito la sua storia, partendo dalla narrazione dei propri valori: passione, fatica, sport, impegno.
Da Instragram
Affronta la salita con regolarità
Può sembrare scontato, ma quando si affronta una salita, la regolarità è essenziale. È molto importante trovare il tuo passo, e che rimanga il più possibile invariato durante tutto lo sforzo. Nel dubbio, è consigliato iniziare un po’ più piano di quanto ti dica il tuo corpo, per poi aumentare in seguito. Quando si affrontano le salite, c’è sempre tempo per soffrire
Bivacco Matteo Corradini sulla cima della Dormillouse
Un nuovo bivacco ha fatto la sua comparsa durante l’estate del 2019 sulla cima della Dormillouse, in alta Val di Susa. Si presenta come un involucro di metallo nero che protegge una struttura di legno in pino cembro, materiale scelto in quanto sostenibile, rappresentativo del territorio e in grado di trasmettere, grazie al suo odore, un senso di calma. Grandi vetrate consentono di apprezzare la vista su entrambe le vallate, quella italiana e quella francese.
You tube
South Garda Bike Dryarn® – il racconto della gara
https://www.youtube.com/watch?v=VVFcdOoykSg
Colle dell’Agnello in bici da corsa – presentazione salita Giro d’Italia 2020
https://www.youtube.com/watch?v=0x1Wp81X_U4
Dryarn non vende il proprio prodotto, non racconta il tessuto con una terminologia tecnica: dà voce a chi sale, a chi fatica, a chi indossa Dryarn. E lo fa per davvero.
Infine misurare
I risultati di un’azione di digital Pr si possono misurare sia in termini qualitativi che quantitativi. Ecco cosa valutare
- Il numero di post e articoli che hanno parlato del brand
- Il numero di citazioni
- Il numero di condivisioni, commenti, like di un post
- I dati di traffico/visite ai post, valutando la tipologia di blog, siti community e utenti coinvolti
- Il reach della campagna, quante persone sono state raggiunte siamo riusciti a raggiungere
- Click agli spazi
- modifiche alla serp di google
- visualizzazione di materiale multimediale
Una volta misurati i risultati, si potrà correggere il tiro. Senza dimenticare che ciò che conta è parlare alle persone giuste, trovare la propria audience, come spiega bene qui Mafe de Baggis.
5 errori da non commettere
- Sottovalutare l’ascolto del pubblico a cui volete rivolgervi
- Pensare che il digitale renda tutto facile
- Pensare agli strumenti, metterli tutti in campo e non valutare invece la strategia
- Non curare il linguaggio. Non curare la storia.
- Non aggiornarsi e studiare le nuove piattaforme o i nuovi linguaggi, che dovranno cambiare a seconda de target a cui ci si rivolge
Hai bisogno di consulenza o supporto? Vuoi avviare un’attività di Pr o Digital Pr, c’è il mio servizio Ufficio Stampa e Pr
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