Come ho raccontato recentemente in un post scritto per C+B, leggo tante newsletter.
A Jacopo Perfetti sono arrivata tramite la sua newsletter. Stava costruendo la campagna per lanciare il suo primo romanzi T.E.R.R.A, che ho sostenuto.
Oggi inauguro una nuova rubrica: quattro domande ad alcune delle persone che scrivono le newsletter che seguo.
Ecco Jacopo.
Qualche cosa su di te… il tuo lavoro, che inventi ogni giorno?
Questa è la classica domanda cui ho sempre fatto fatica a rispondere: «Che lavoro fai?». Mi piace vedere tutto, crisi, problemi o opportunità come l’inizio di qualcosa di nuovo. Come un’occasione per re-inventarsi. Seguendo questo spirito, tanto come imprenditore quanto come professionista, continuo a re-inventarmi innovando il mio lavoro presente grazie a quello che ho imparato dai miei lavori passati. Dal digitale all’arte, passando per la consulenza, il marketing e l’editoria… da quando ho 18 anni, adesso ne ho 39, avrò cambiato lavoro almeno dieci volte. Di base sono un imprenditore. Tanto nella vita quanto nella professione. C’è una frase dell’attore inglese Stephen Fry in cui mi ritrovo molto: «Noi non siamo nomi, siamo verbi». Non siamo una cosa, una professione, siamo persone che fanno cose e nel farle ci evolviamo, cambiamo e alleniamo il nostro quoziente di adattabilità. Di fronte a un mercato del lavoro sempre più dinamico e precario più che domandarci che lavoro facciamo dovremmo domandarci che lavoro stiamo facendo e, soprattutto, che lavoro faremo.
Il tuo sito, blog, newsletter, sono un canale per farti conoscere, raccontare ciò che fai e mettere in fila tutte le tue parole?
Sì, per me sono soprattutto uno strumento per mettere in ordine le mie idee e i miei pensieri. Da sempre riempio i miei taccuini di parole. Alcune di queste finiscono nel mio blog, o nella mia newsletter, altre diventano libri. Mi piace condividere quello che penso attraverso la scrittura. Condividere quello che imparo e quello che penso con altre persone mi stimola a continuare a imparare e a pensare. È un circolo virtuoso, più condivido più imparo e più imparo più condivido.
T.E.R.R.A, il tuo nuovo romanzo, lanciato con un crowdfunding velocissimo e di gran successo. Perché hai scelto questa strada per la pubblicazione?
A differenza dei miei precedenti libri, per il mio primo romanzo, T.E.R.R.A., ho scelto l’auto-pubblicazione. L’ho fatto perché non volevo solo scrivere un romanzo, volevo costruirlo. Volevo seguire personalmente ogni passaggio della creazione di un libro. Dall’editing al Book Trailer. E fino ad ora è stata un’avventura tanto coinvolgente quanto formativa. Anche la campagna di crowdfunding su Kickstarter è stata per me una novità, non l’avevo mai fatta. E penso che sia un’ottima soluzione per pubblicare un romanzo. Anche solo per fare un test di mercato e raccogliere feedback dai lettori potenziali.
Un consiglio ai ragazzi che si affacciano sul mondo del lavoro.
Buttatevi. Davvero. Qualsiasi cosa avete in mente provate a farla. Mettevi alla prova, imparate a conoscervi, capite come funziona il mercato del lavoro, scoprite qual è il vostro talento. Girate il mondo (quando si potrà tornare a farlo). Non abbiate fretta di trovare la vostra strada. Quando siamo giovani abbiamo sempre fretta, e questa fretta può portarci a fare un lavoro che non c’entra nulla con quello che vogliamo fare veramente. Ma lo facciamo lo stesso, perché abbiamo paura di fermarci e prenderci il tempo per conoscerci. E così rischiamo di arrivare a sessant’anni e renderci conto che abbiamo dedicato la nostra vita a un lavoro che non ci ha permesso di realizzarci come persone e come professionisti. A quel punto però non si può tornare indietro. Allora meglio perdere sei mesi a vent’anni per capire cosa vogliamo fare, piuttosto che una vita a sessanta perché non ci siamo mai fermati a capire cosa avremmo voluto fare.
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