Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c’è da vedere si lascia vedere. E allora è troppo tardi, si è già in pieno dramma. Un dramma atipico dove l’eroe è la morte. A Marsiglia, anche per perdere bisogna sapersi battere…” (Claude Izzo)
Tre giorni per scoprire Marsiglia
Tre giorni a Marsiglia sono pochi per conoscerla, sufficienti per assaggiarla, scoprirla e assaporarla. Marsiglia è sporca, caotica, densamente multietnica, a tratti cruda e crudele. Le viuzze attorno al porto avrebbero bisogno del Pifferaio magico per liberarle dai topi, ratti di strada che affollano le cantine e le strade correndo felici fra i cumuli di spazzatura abbandonata. Eppure Marsiglia è la seconda città di Francia, è stata Capitale europea della Cultura nel 2013 e quest’anno è Capitale europea dello Sport, ha luoghi di cultura mozzafiato come il MuCEM, Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo e piccoli angoli di Provenza, Palazzi imperiali che ti illudono per un istante di essere su un boulevard parigino, poi giri l’angolo e trovi negozi etnici che ti ricordano che questa è Marsiglia. Luogo di forti contraddizioni.
Le strade
Dal Vieux Port, il Vecchio Porto in cui sorseggiare un pastis in uno dei bar affacciati sul lungo mare, specchiarsi nella pensilina di Norman Foster o ammirare la città dall’alto sulla ruota che strizza l’occhio a quella ben più celebre di Londra, ci si può abbarbicare su per il Panier. Il quartiere hipster più antico di Marsiglia, un tempo assolutamente da evitare e ora uno dei più vivaci della città, con vie strette e case dai muri colorati, murales e profumi di paesi lontani. Caffè e botteghe, negozi di sapone di Marsiglia e vecchi rigattieri, atelier d’arte e boutique di bigiotteria, abbigliamento e accessori . E poi gustare ottimo cous cous o la celere bouilabess. E incrociare personaggi alla Toulouse Lautrec che fumano sigarilli alle sette del mattino sorseggiando il primo quartino. Questa è Marsiglia. Ponte fra l’Africa e l’Europa, luogo di arrivi e partenze, di viaggi e incontri, scambi e relazioni. Profumi di spezie e puzze di immondizia abbandonata per strada.
E poi buttarsi giù, giù, giù, per arrivare ai Docks, nel quartiere Joliette, un altro mondo, un salto nella modernità. Spazio di negozi, bar, ristoranti ma soprattutto spazio di luce ed energia. Un eccellente lavoro di riqualificazione dei vecchi magazzini portuali costruiti nell’ottocento, eseguito dallo studio di architettura genovese 5+1 AA. Lungo 365 metri, come i giorni dell’anno, alto sette piani, come i giorni della settimana, diviso in quattro blocchi come le stagioni e con 52 ingressi, come le settimane, i Docks sono il salotto di Marsiglia.
Una sequenza di affascinanti corti arredate di piante rampicanti, mosaici, luci e colori. Un luogo vivo che collega il mare con gli spazi interni. La città vecchia con la nuova. Questa è Marsiglia.
Oltre Marsiglia, i paesini e le coste
E quando si sarà stanchi del caos, del disordine, del rumore del centro non resta che prendere una bici e pedalare lungo la costa, là dove il mare è azzurro e verde. Dove le ville costeggiano la strada, dove il vento batte più forte e andare ancora oltre, per scoprire piccoli angoli di paradiso, come il paesino di Les Goudes, nell’8 arrondissement, una manciata di cabanon, casette les pieds dans l’eau grandi come un fazzoletto, vero patrimonio marsigliese e poi ristorantini, barche e azzurro mare. Incastonato nelle rocce bianche per i marsigliesi Goude è il luogo alla fine del mondo. E in un certo senso lo è davvero, lì la strada si interrompe. Lì finisce Marsiglia. Dopo c’è solo spazio per le rocce e il mare: per le calanques.
Il regno delle aquile, o meglio dei gabbiani, degli arrampicatori e dei naviganti. Le si possono raggiungono solo a piedi, scarpinando su e giù per i sentieri che costeggiano le rocce, oppure dal mare, con una barca. Si parte da Marsiglia o da Cassis, per vie più o meno impervie. Ma la gita vale la fatica, un mondo a parte: luci, profumi, colori, suoni.
Questa è Marsiglia: una città con tutte le facce del mondo più una, con i colori del Mediterraneo e il profumo di spezie, con i palazzi francesi e gli accenti variopinti. Io l’ho amata perché: “Qui, si è a casa propria. Da qualunque luogo si arrivi. E nessuno, mai, vi chiederà da dove venite“ (C. Izzo)