La definizione di storytelling che fornisce il vocabolario è: l’arte del raccontare storie impiegata come strategia di comunicazione persuasiva, specialmente in ambito politico, economico e aziendale.
Su wikipedia lo storytelling è definito l’atto del narrare, disciplina che usa i principi della retorica e della narratologia. Vi sono uno storytelling letterario, uno storytelling audiovisivo, ed uno anche solo verbale.
Su Mysocialmedia Riccardo Esposito spiega molto bene quali sono i capisaldi per uno storytelling efficace: la fiducia, l’empatia, la relazione, la capacità di suscitare emozioni, la semplicità del racconto, la familiarità che si ha con ciò che viene narrato.
Da più di un anno seguo Elisa Cerini, che per lavoro si occupa di grafica, pakaging e pubblicità e nella vita privata è sposata con BRT ed è mamma di Nina e ora anche di Blu.
Eli e Brt da oltre 3 anni portano avanti un divertente progetto di storytelling, che oserei chiamare “famigliare” unafotoalgiornoeliebrt , su Instagram e facebook raccontando la loro vita, la loro storia: dal matrimonio alla nascita di Nina e di Blu, le loro bimbe. Attraverso il loro progetto mettono in pratica tutti i capisaldi di cui sopra.
Ma cosa colpisce della narrazione di Elisa e Enrico (questo il vero nome di BRT)? La simpatia, l’ironia, la spontaneità, la generosità con cui, giorno dopo giorno, regalano attraverso i social un pezzetto della loro quotidianità.
E lo fanno con professionalità, non sono mai banali e la loro autoreferenzialità è un racconto che cattura, coinvolge, non stanca mai. Seguirli è divertente, li senti parte della tua quotidianità, ti sembra di conoscerli, averli come amici. Elisa e Brt non si prendono troppo sul serio, si raccontano con scatti che sono vere e proprie storie, spaccati di una quotidianità ordinaria che raccontata da loro pare straordinaria. La leggerezza del racconto non è superficiale, e dietro al tratto ironico e divertente si coglie la loro potente capacità narrativa.
Ma come fanno ad ottenere questo effetto?
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Quando è nato questo progetto?
Per caso, poco più di tre anni fa, ricorda Elisa. Era il giorno prima del mio 30 esimo compleanno e mi sono fatta uno scatto in ascensore, per immortalare il momento. Il giorno dopo ne ho fatta un’altra e poi via, non abbiamo più smesso. Ci eravamo prefissati l’obiettivo di fare foto per un anno intero, direi che l’abbiamo sforato. Inizialmente le foto erano tutte allo specchio, molte in ascensore. Cosa non ha visto quell’ascensore? L’abbiamo arredato, truccato, trasformato. Poi con il tempo abbiamo modificato un po’ il “copione”. Agli allestimenti, a veri e propri set, anche con i cartonati, si sono alternati scatti più immediati, famigliari, che raccontano la nostra vita. Abbiamo ideato il “lunedì cinema”, la foto del lunedì che immortala una scena cult di un film. Anche questo talvolta langue un po’…. È un piccolo lavoro lo scatto legato al cinema. Ma non ci arrendiamo!
Momenti divertenti?
Tanti. Ma sicuramente la festa per l’anno di #unafotoalgiorno. Avevamo appena comprato casa e abbiamo allestito una stanza vuota con le 365 foto appese a fili sospesi e poi abbiamo festeggiato con amici. A quel punto avevamo un diario della nostra vita e ci sarebbe dispiaciuto smettere e così siamo ancora qui a scattare. Abbiamo immortalato il nostro matrimonio, con gli amici che ci accompagnavano in Comune in bicicletta, e i pranzi e le cene con amici, o quelle in famiglia, con il nonno novantenne smanettone che vuole le foto, vuole i like. Insomma, è tutto molto spontaneo e libero.
Come scegliete il momento da immortalare?
Dipende. Ci sono giornate in cui è facile, siamo sulla neve, al mare, a spasso con Nina e Matti (la primogenita), e ora anche con Blu, in viaggio, in vacanza e capita qualcosa di divertente, lo immortaliamo e stop. Il gioco è fatto. Ci sono giorni invece in cui alle 11,30 di sera non abbiamo ancora pensato alla foto, e lo sentiamo un po’ più come un obbligo, però lo facciamo, sempre. E alla fine siamo contenti. Così come capita che ci siano giornate tristi, faticose, pesanti e la sola cosa che non abbiamo voglia di fare è una foto, ma anche in quel caso #unafotoalgiorno è una scusa per staccare, per pensare ad altro, e ancora una volta ci regala qualche istante di serenità.
Cosa vi ha regalato questa avventura?
Abbiamo costruito attorno a Eli e Brt una piccola comunità, quasi una famiglia. Amici, persone che ci seguono e che condividono le nostre vite e questo ci piace. Ci è capitato qualche volta di essere riconosciuti, ci ha stupito tanto e ci ha fatto ridere. E poi sempre grazie alla comunità che ci segue abbiamo conosciuto diverse persone, si sono creati rapporti di amicizia, bei legami. Insomma è un gioco, e come tutti i giochi ci diverte e diverte chi lo vive con noi.
E per il futuro…
Chissà… per ora il nostro viaggio ci soddisfa, ci diverte e ci dà tanto. Quindi perché mollarlo. E’ il racconto di noi, e fino a che ne avremo voglia andremo avanti.
Perchè la narrazione di Eli e Brt è così potente?
- Sono coerenti e spontanei, sono veri. Raccontanto e condividono i propri valori
- Rispettano le 5 W del giornalismo: Chi è il protagonista della narrazione? Cosa accade nella storia? Quando avviene la storia raccontata? Dove si svolge la storia? Perché avviene?
- Usano dettagli capaci di renderli unici e riconoscibili
- Fanno, non dicono. Non raccontanto la loro vita, la rendono per immagini, così le persone si immedesimano nella loro vita
- Parlano la loro voce
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