Professione Plant Sitter, lei è Valentina Paracchi, ex marketing manager in EMI, ora Giardiniera d’arte per giardini e parchi storici e Garden designer, ha lavorato presso il giardino del Borgo Medievale, di Palazzo Madama e all’Orto Botanico di Torino.
Dopo tanti anni di vita e lavoro a Milano, nel magico mondo della discografia, nel 2013 la svolta, si è reinventata giardiniera, dopo aver studiato un anno, inseguendo la passione del verde ereditata dal papà e dalla nonna paterna, con cui da bambina curava il giardino della casa di famiglia.
Valentina, da marketing manager a Plant Sitter, da Milano a Torino, due mondi, due vite. Cosa ti ha portato a questo passo?
Quando ho lasciato il lavoro in EMI a Milano e sono rientrata a Torino, ho cercato di capire cosa volessi fare veramente nella vita. Grazie allo yoga, che pratico da tanti anni, ho messo a fuoco cosa amo e cosa mi affatica. Ho capito che non volevo più passare tutto il giorno davanti al computer, chiusa in un ufficio. Così ho deciso di dedicarmi alla mia passione per il verde, qualificandomi in un ambito che non avrebbe richiesto cinque anni di studio. Mi sono iscritta a un corso per Giardinieri d’arte per giardini e parchi storici, promosso dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte. E voilà… per un anno ho lavorato e studiato, è stato faticoso, ma ne è valsa la pena.
Terminato il percorso ti sei lanciata nel tuo nuovo progetto: Plant Sitter, un nome, un marchio, un’idea forte.
Ho sempre avuto ben chiari due aspetti nel mio anno di studio: dovevo trovare la mia nicchia di mercato; e fare leva sui miei punti di forza. E così è stato: ho visto che non esisteva, in Italia, la “tata” delle piante, che si occupa del verde di casa, così è nata la Plant Sitter. Sono partita piano, valorizzandomi: sono responsabile, attenta alle persone, comunicativa. Curo le piante ma mi occupo anche dei clienti, se capisco che una cliente è ansiosa, dopo essere stata a casa sua mando un messaggio, anche solo per dire “tutto bene”. Pare poco, ma non è così.
Come sempre nella vita nulla va perso o buttato e le mie competenze di marketing, i miei studi, mi sono tornati molto utili quando ho dovuto lanciare Plant Sitter.
Trovato il nome e aperta la mia pagina ho recuperato le mie liste di contatti radio, giornali e televisioni, e ho iniziato a promuovermi. Ero la prima in Italia a proporre un servizio così. In tanti hanno raccontato di me e questo mi ha permesso di fare la prima stagione, sono partita il 26 giugno e la prima estate avevo già 17 case da seguire. È iniziata una collaborazione con Radio Capital. Tutta questa visibilità ha dato un po’ fastidio e alcuni professionisti del settore hanno iniziato a boicottarmi. Poi con il tempo hanno iniziato a conoscermi e apprezzarmi.
Anche perché la mia nicchia era solo mia, nessuno ha mai pensato o voluto occuparsi delle piante di casa.
Studio, umiltà e tanta cura delle relazioni, sono questi i tuoi punti di forza?
Sì. Ho sempre continuato a studiare, ad aggiornarmi. Prima la progettazione, per aiutare le persone nei piccoli grandi progetti verdi; poi la scelta dei fornitori che possano, senza costi esorbitanti, soddisfare le esigenze dei miei clienti. Ora invece mi piace molto studiare la gestione biologica del terrazzo e del giardino, usare meno la chimica e insegnare che attraverso le piante si possono curare le piante.
Sono ormai dieci anni che faccio questo lavoro e sono molto soddisfatta. Non sono una progettista dai grandi fatturati, ma lavoro e produco felicità. E questo mi basta.
Pare sciocco ma quando un balcone, un terrazzo, un piccolo giardino sono fioriti, puliti, in ordine, chi li contempla ne è felice, ne trae godimento e felicità.
Il mio è un lavoro di cura, trovo sbagliato che ci chiamino “manutentori”, sono una persona che cura il verde e in parte anche le persone. Le piante tornano nuova vita e con loro un pochettino anche i proprietari.
È bellissimo vedere la gioia dei proprietari che tornano dalle loro piante trasformate, quando me le hanno lasciate un mese da curare.
In una settimana non riesco a fare miracoli, ma in un mese sì.
E poi ci sono i lavori in giro per l’Italia, anche con clienti stranieri: ho creato un giardino in Toscana, delle aiuole in Sardegna, tanti terrazzi a Milano.
In tanti ti scrivono per chiederti consigli?
Sì, in questi dieci anni mi hanno scritto tantissimi ragazzi, e io dico sempre: studiate, siate gentili e curate i rapporti con le persone, con umiltà. Soprattutto siate preparati, non ci si inventa mai, qualunque lavoro si faccia. Non diventerete ricchi, ma porterete felicità.
Detto questo, il mio tempo lo faccio pagare, il mio è un lavoro da boutique, non tutti se lo possono permettere, è giusto così. Nel corso del tempo il mio target è cambiato, sono diventata più “cara”.
Ma ho cura dei miei clienti, uno ad uno. Sono sempre disponibile per loro, via messaggio, per consigli e pareri al volo. Anche questo è un servizio importante. Mando un messaggio per ricordare di bagnare, se c’è stato il vento. Di coprire le piante più delicate, se c’è stata una gelata.
Alcuni li accompagno durante tutto l’anno. Mi ricordo di chi ha le rose e mi vedrà due volte l’anno, di chi ha bisogno di assistenza settimanale, di chi invece vuole mettere le mani nella terra assieme a me, e allora andrò solo per fare i lavori grossi e poi fornirò consigli e recap durante l’anno.
Guardando indietro… nessun rimpianto?
Nessuno. La mia vita ne ha giovato immensamente.
So di essere cambiata molto: mi sento più sicura, i miei valori ora sono più vicini alla mia essenza; ho guadagnato tanto nella relazione con le persone. Il mio mondo un tempo era musica, moda, pubblicità: Milano che corre e brilla, ma le relazioni umane erano molto povere.
Ho imparato che le cose arrivano quando devono arrivare, secondo il ritmo delle stagioni, nella natura come nella vita. E questo è uno dei regali di questo mestiere.
Ho scoperto che chi si mette in relazione con le piante ha una capacità di relazionarsi con le persone più gentile; se sai osservare le piante sai osservare meglio anche il mondo. Lasciandoti guidare dalla lentezza e dalla bellezza dell’attesa.
La generosità della natura è immensa, senza fine, continua a darci anche se noi la maltrattiamo. La natura è l’esempio supremo di quello che è l’amore incondizionato.
Il futuro?
Forse cambierò ancora: amo cambiare pelle, ma l’essenza di me resterà la stessa. Questo è un lavoro faticoso e logorante, in futuro forse insegnerò solo yoga e lascerò i lavori faticosi ai giovani, ne ho già incontrato qualcuno a cui passare, poco per volta, il testimone.
Per mettersi in contatto con Valentina:
Email: plantsittertorino@gmail.com
FB www.facebook.com/Plantsittertorino
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